Tai Ji


Tai ji quan

 

 

Ci sarebbe da scrivere un trattato sul tai ji quan, spesso conosciuto con la trascrizione datata di tai chi chuan.

Letteralmente traducibile come arte marziale del supremo limite, è un sistema di movimento raffinato e complesso, mirato a trasformare l’intero organismo attraverso l’esoterica “alchimia interiore” elaborata dal taoismo.

E’ la disciplina dei paradossi, dove si ottiene la massima velocità coltivando un’esasperante lentezza, dal rilasciamento muscolare scaturisce una forza inarrestabile e l’immobilità porta all’acquisizione di nuovi schemi motori.

Tutto ciò non è solo difficile da capire, ma anche da ottenere: in Cina si dice che il guerriero di tai ji quan, dopo 10 anni di pratica giornaliera, non osi uscire dalla porta di casa per la paura di buscarle.

Probabilmente la maggior parte dei praticanti odierni, me compreso, non riusciranno mai a trarne delle efficaci applicazioni marziali, visto il poco tempo a disposizione.

Ma, per fortuna, i benefici che si possono ottenere dal suo studio anche saltuario si presentano sin da subito: la coordinazione motoria si incrementa enormemente, l’equilibrio e la stabilità fanno passi da gigante, il respiro diventa più profondo e armonioso, il rilasciamento attivo permette di alleviare contratture persistenti…

Come arte di benessere, il tai ji quan è ancora estremamente attuale, essendo utilizzata anche dalla nostra medicina occidentale nella terapia di malattie degenerative come il Parkinson’s.

In questo corso insegnerò la forma standard di 24 movimenti elaborata a Pechino nel 1956 per la prevenzione motoria del popolo, assieme a supplementi di posizioni statiche e lavoro in coppia per sviluppare e capire l’uso della cosiddetta “forza interna”.

Naturalmente si tratta solo della punta dell’iceberg, comunque sufficiente a fornire un potenziale incremento della qualità della vita.

Un po’ di Storia

 

Il Tai Ji Quan, letteralmente tradotto come Pugno dalla Grande Energia, è oggi una disciplina molto diffusa in tutto il mondo. Le più comuni qualità attribuite a quest’ Arte cinese millenaria, sono la morbidezza, la flessuosità delle posizioni, la lentezza quasi “meditativa” e il mantenimento di una salute sana e un corpo forte. Per questo motivo oggi è annoverata tra le così dette ginnastiche dolci e considerata tra l’altro un ottimo “metodo terapeutico”.

 

Ben poco si conosce oggi dell’aspetto olistico del Tai Ji Quan, che, se da una parte è considerata un’Arte di lunga vita che concorre a mantenere il corpo in buona salute, dall’altra è una vera e propria Arte Marziale, che, a tutti gli effetti, comprende temibili tecniche di difesa personale e possibili applicazioni pratiche da sperimentare il coppia con un “avversario”.
Nel suo percorso di conoscenza l’allievo entra in contatto con delle necessità cruciali per la vita, da riconoscere e sviluppare, perché vere e proprie qualità:

 

  • conoscenza del proprio corpo;
  • ricerca dell’armonia e dell’agilità;
  • controllo della mente ed emozioni;
  • sviluppo della volontà, dell’amore e dell’impegno per l’Arte alla quale ci si dedica.

Nel mondo sono riconosciuti 5 stili di Tai Chi: Yang, il più diffuso, WuSunWu (omonimo dell’altro Wu, ma diverso) e Chen. Indipendentemente dalle variazioni adottate gli stili menzionati hanno in comune la stessa matrice: lo stile Chen.

La leggenda narra che il Tai Ji Quan fu creato da Zhang Sanfeng osservando una gazza che cercava di attaccare un serpente, il quale, attorcigliandosi rapidamente in spirali, evitava il becco dell’uccello. L’ipotesi più accreditata delle sue origini indica in Chen Wangting, della famiglia Chen, colui che a cavallo dei secoli XVI e XVII diede impulso all’evoluzione del Tai Ji Quan ed è con lui che si delinea la prima documentazione storica del Tai Ji Quan. Studioso di molte arti da combattimento, trasmise alle arti marziali l’applicazio­ne dell’ener­gia interna “Daoyin” e i metodi della respirazione “Tuna“, caratteristiche del patrimonio esoterico taoista “Qi Gong“.
Ulteriori contributi che il Tai Ji Quan apportò alle Arti marziali sono stati:

 

  • lo sviluppo di movimenti a spirale
  • la creazione degli esercizi di spinta con le mani “Tuishou
  • l’acquisizione del rilassamento quale veicolo di forza e di energia interna.

 

Sviluppato, quindi, dalla famiglia Chen come Arte marziale, la diffusione del Tai Ji Quan come pratica per la salute lo si deve alla famiglia Yang.
La nostra Scuola di Tai Ji Quan  studia sia il metodo Yang che il metodo Chen, nei loro rispettivi aspetti sia salutari che marziali, perché il “duro” e il “morbido” sono parti inscindibili del Tao, “la Via o il Principio”.
Da qui il nome dello stile praticato: Stile del Principio Supremo, metodo del Maestro Tang Tung Wing (Lignaggio Wang Xi’an), dove viene data inizialmente priorità al metodo Yang per poi passare al metodo Chen del Granmaestro Wang Xi’an.
Allo studio del Tai Ji Quan viene affiancato lo studio del Qi Gong, o “Arte del saper muovere l’energia”, e queste pratiche congiunte fanno del Tai Ji Quan un’Arte completa – fisica, mentale e spirituale – che mira a vari obiettivi:

 

  • autodifesa
  • pace interiore
  • calma
  • rilassamento
  • morbidezza
  • espressione di forza nel momento in cui una tecnica viene applicata.

 

La lentezza del Tai Ji Quan permette la comprensione profonda della tecnica, che rischia di essere perduta nell’esecuzione delle forme veloci, in quanto l’allievo, spinto dall’entusiasmo, rischia di non concentrarsi sulla loro stessa essenza.